Un team internazionale di ricercatori ha sviluppato un impianto cerebrale che permette alle scimmie di esaminare oggetti virtuali per mezzo di un braccio virtuale controllato dal loro cervello. Il dispositivo rappresenta il prossimo passo verso lo sviluppo di protesi per gli arti o tute robotiche che permetterebbe agli utenti di interagire con il loro mondo.I ricercatori, guidati da Miguel Nicolelis della Duke University a Durham, North Carolina, hanno inserito elettrodi nella corteccia motoria e nella corteccia somatosensoriale di due scimmie. La corteccia motoria è la regione del cervello coinvolta nell'esecuzione di movimenti volontari, mentre la corteccia somatosensoriale regola i processi di input ricevuti dalle cellule nel corpo che sono sensibili, tra le altre esperienze sensoriali, al tatto.
Le scimmie sono state addestrate ad utilizzare solo il proprio cervello per esplorare gli oggetti virtuali sullo schermo di un computer muovendo l'immagine virtuale di un braccio. Gli elettrodi nella corteccia motoria registrano l'intenzioni delle scimmie di muoversi e trasmettono tali informazioni al mondo virtuale. Il braccio virtuale passa sopra gli oggetti sullo schermo, i segnali elettrici vengono elaborati nella corteccia somatosensoriale dell'animale, fornendo la sensazione del tatto. Infatti le scimmie potevano scegliere tra due oggetti identici visivamente: uno però forniva una stimolazione elettrica e l'altro no. "Questo", spiega Nicolelis, "significa che il cervello decodifica le informazioni del tatto, senza che le scimmie toccassero realmente nulla. Di preciso non so cosa abbiano percepito, ma era una sensazione tattile che collegava il braccio virtuale direttamente al cervello" ha affermato il ricercatore. L'obiettivo è arrivare a costruire un esoscheletro in modo che persone affette da handicap, possano tornare a muoversi utilizzando semplicemente gli impulsi celebrali. Davvero strabiliante. Nicolelis spera di riuscire nell'impresa entro il 2014, ai prossimi mondiali di calcio nella sua patria, in Brasile, così da far dare il calcio di inizio ad una ragazza affetta da tetraplegia. Anche altri studi erano stati effettuati nel mondo dei videogame convertendo gli impulsi elettrici del cervello in comandi, ma possiamo dire di essere ancora agli albori di questa tecnologia. Molto spesso si dice che gli ET, da molte testimonianze dei presunti addotti, comunichino in maniera telepatica. A questo punto, intuitivamente, potremmo pensare che forse, non è una capacità dovuta alla loro evoluzione biologica, ma potrebbe essere una capacità dovuta alla loro evoluzione tcnologica, dopotutto le nanotecnologie, non sono qualcosa di fantascientifico.
Articolo a cura di Eclissi del Mondo
la notizia è stata pubblicata da Nature
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